martedì 25 novembre 2014

Voucher ICT.... Un'anticipazione.....

Come ricorderete, qualche giorno fa vi abbiamo parlato che è prossimo ad essere applicato un nuovo bando dal nome VOUCHER ICT, volto a finanziare con un contributo a fondo perduto pari al 50% le innovazioni aziendali nel settore ICT. 


A tal riguardo, vi forniamo una sintesi schematica. 



Attività Ammesse 


L'intervento previsto dal presente decreto è finalizzato a sostenere, tramite contributi in forma di Voucher di valore non superiore a 10.000,00 euro a copertura del 50% massimo delle spese ammissibili, l'acquisto di software, hardware o servizi che consentano:

  1. Il miglioramento dell'efficienza aziendale (sono ritenute ammissibili le spese per

    l'acquisto di hardware, software e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzati alla digitalizzazione dei processi aziendali) ; 
  2. La modernizzazione dell'organizzazione del lavoro, tale da favorire l'utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità, tra cui il telelavoro (sono ritenute ammissibili le spese per l'acquisto di hardware, software e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzati alla modernizzazione dell'organizzazione del lavoro, con particolare riferimento all'utilizzo di strumenti tecnologici e all'introduzione di forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro) ;
  3. Lo sviluppo di soluzioni di e-commerce ( sono ritenute ammissibili le spese per l'acquisto di hardware, software, inclusi software specifici per la gestione delle transazioni on-line e per i sistemi di sicurezza della connessione di rete, e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzati allo sviluppo di soluzioni di e-commerce) ;
  4. La connettività a banda larga e ultralarga ( sono ritenute ammissibili le  spese di attivazione del servizio sostenute una tantum, con esclusivo riferimento ai costi  di realizzazione delle opere infrastrutturali e tecniche, quali lavori di fornitura, posa, attestazione, collaudo dei cavi, e ai costi di dotazione e installazione degli apparati necessari alla connettività a banda larga e ultralarga ) ;
  5. Il collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare, attraverso l'acquisto e l'attivazione di decoder e parabole, nelle aree dove le condizioni geomorfologiche non consentano l'accesso a soluzioni adeguate attraverso le reti terrestri o laddove gli interventi infrastrutturali risultino scarsamente sostenibili economicamente o non realizzabili ;
  6. La formazione qualificata, nel campo ICT, del personale  delle suddette piccole e medie imprese (sono ritenute ammissibili le spese per la partecipazione a corsi e per l'acquisizione di servizi di formazione qualificata. Gli interventi formativi dovranno essere rivolti al personale delle imprese beneficiarie quindi a titolari / legali rappresentanti / amministratori / soci / dipendenti risultante dal registro delle imprese o dal libro unico del lavoro) .

Soggetti Beneficiari

Possono presentare domanda per la concessione del Voucher le  imprese qualificate come micro, piccola o media impresa (MPMI), aventi sede legale e/o unità locale attiva sul territorio nazionale ed essere iscritte al Registro delle imprese  della  Camera di commercio, non aver ricevuto altri contributi pubblici per le spese oggetto della concessione del Voucher.

I servizi e le soluzioni informatiche devono essere acquistati successivamente all'assegnazione del Voucher. 

Restiamo in attesa del Decreto Attuativo, tuttavia vi consigliamo di contattarci, cosi da poter già raccogliere tutta la documentazione necessaria alla partecipazione

fonte (www.finanziamenti.puglia.it)

giovedì 20 novembre 2014

Smart&Start si rinnova... Diventa solo Start

A 12 mesi dal lancio di Smart&Start (link precedente versione) sono state più di mille le domande di finanziamento per l’avvio di nuove startup innovative, di cui solo 339 progetti effettivamente finanziati. 
Il bando, che inizialmente prevedeva un fondo di 190 milioni di euro per le startup innovative è stato approvato con decreto ministeriale del 6 marzo 2013. Prevedeva due tipologie di supporto: 
- Smart , consistente in aiuti per coprire i costi di gestione sostenuti nei primi anni di attività (contributo in conto gestione pari al 30%).
- Start , contributi a sostegno dei programmi di investimento effettuati da startup che intendono operare nell’economia digitale e/o valorizzare economicamente i risultati della ricerca, pubblica e privata (contributo in conto impianti pari al 60%).
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Da mercoledì 13 novembre invece, cambia tutto. Di seguito vi esponiamo le variazioni apportate allo stesso : 
  • Inizialmente il bando si rivolgeva alle attività insediate nel meridione, oggi invece si rivolge a tutta Italia ;
  • I progetti finanziati dovranno richiedere un investimento minimo di 100mila euro e massimo di 1,2 milioni di euro ;
  • E' rivolto solo ed esclusivamente a Start Up caratterizzate da un significativo contenuto tecnologico ed innovativo , o comunque concentrate sullo sviluppo di prodotti / servizi nel campo dell'economia digitale ;
  • E' rivolto ad aziende costituende o costituite da meno di 48 mesi (purché iscritte nell'apposita sezione del Registro Imprese dedicato alle Start Up) ;
  • L'agevolazione consiste in un finanziamento a tasso zero, pari al 70% del piano di investimenti ( elevabile al 80% se l'azienda è costituita da giovani under 35 o donne o con almento un presenza di almeno un esperto con un dottorato di ricerca), da restituire in 16 rate semestrali (8 anni) ;
  • Solo ed esclusivamente per le aziende del Sud Italia è previsto un contributo in conto impianti (fondo perduto) pari al 20% del piano di investimenti.
Come si può ben notare il Bando Smart & Start cambia del tutto i propri requisiti, diventando "disicentivante" rispetto alla precedente versione. Tali variazioni, a nostro parere, sono state introdotti, in quanto gran parte delle Start Up, non disponevano di mezzi liquidi, pertanto diventava di difficile accesso per le stesse. 


Il fondo attuale ammonta a 200 milioni di euro, con l'obiettivo di finanziare almeno 200 start up innovative. Il finanziamento essere utilizzato sia per coprire le spese d'investimento, ovvero impianti e attrezzature tecnologiche, componenti software e hardware, brevetti e licenze, certificazioni, KnowHow e conoscenze tecniche, progettazione, sviluppo, personalizzazione e collaudo di soluzioni architetturali informatiche ; sia costi di gestione, quali ad esempio interessi sui finanziamenti esterni, quote di ammortamento di impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche, canoni di leasing, personale dipendente, licenze e diritti di proprietà industriale, licenze di software e servizi di incubazione e acceleratori d’impresa.

Per candidare la propria domanda è necessario aspettare la circolare ministeriale che determini l'inizio, tuttavia si stima che lo start avvenga in data 15 gennaio 2015 , ed il bando sarà in auge sino al 31 dicembre 2020 ( a meno che non si esauriscano le risorse).

Restiamo a Vs completa disposizione per ulteriori info.

venerdì 7 novembre 2014

I "voucher".... Ecco come gestire le collaborazioni occasionali

voucher , o buoni lavoro, sono un sistema di pagamento inserito dal nostro governo per retribuire le prestazioni di lavoro "occasionale", le quali non posso essere riconducibili a dei contratti di lavoro subordinato, in quanto svolte in modo saltuario. 

Un singolo voucher ha un valore di € 10 ; permettendo quindi al lavoratore di percepire un importo netto pari ad € 7,50 , il quale risulta essere corrispondente al compenso minimo di un’ora di prestazione.

Il valore nominale pari ad € 10,00 è comprensivo di :
  • 75% retribuzione da corrispondere al lavoratore ; 
  • 13% versamento contributi INPS (gestione separata) ;
  • 7  % assicurazione INAIL , in caso di infortuni ; 
  • 5  % compenso al concessionario
L'utilità dei Voucher è valida per ambe le parti, in quanto il committente può beneficiare di prestazioni di lavoro, nella completa legalità, senza dover stipulare alcun tipo di contratto. Il prestatore riceve un compenso esente da ogni imposizione fiscale e che non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato, cumulabile inoltre con i trattamenti pensionistici.

I Voucher possono essere utilizzati, in qualità di committenti tutte le tipologie di imprese, familiari e non, dai committenti pubblici, dagli enti senza fini di lucro, dai privati e anche dai professionisti. Inizialmente i Voucher potevano essere utilizzati solo se i prestatori fossero stati pensionati e studenti (nei periodi di vacanza). A seguito di numerosi revisioni di legge, tale strumento di regolarizzazione del lavoro accessorio è stato esteso a percettori di prestazioni a sostegno del reddito (ASPI, MiniAspi, Assegno di Invalido civile, etc....) , lavoratori part-time, extracomunitari, ed altre tipologie di prestatori, tra cui rientrano anche i disoccupati.

Vi sono tuttavia dei limiti nell'utilizzo degli stessi. Infatti un prestatore non può percepire all'interno di un'anno  più di 5mila euro netti (con riferimento alla totalità dei committenti). I percettori di misure di sostegno al reddito, invece non possono superare il limite di 3mila euro. Un impresa commerciale ed un libero professionista, non può erogare nei confronti dello stesso soggetto più 2mila euro in voucher. 

Per poter usufruire di tale strumento di regolarizzazione del lavoro accessorio, il committente deve effettuare la comunicazione di inizio prestazione all’INPS , indicando il proprio codice fiscale, il codice fiscale del lavoratore e data di inizio e fine. L’acquisizione di tale dichiarazione costituisce elemento necessario e sufficiente ad evitare, in capo al datore di lavoro, eventuali conseguenze di carattere sanzionatorio
L’acquisto può avvenire presso le sedi INPS, presso i tabaccai o presso gli uffici postali o gli sportelli bancari abilitati. Inoltre gli stessi possono anche essere acquistati telematicamente. 


La riscossione dei buoni cartacei da parte dei prestatori può avvenire presso tutti i luoghi innanzi menzionati (a seconda di dove si effettua l'acquisto) , dopo 2 giorni dal termine della prestazione, ed entro i 2 anni dal giorno dell’emissione.



martedì 4 novembre 2014

Il nuovo Regime dei Minimi..... Next open 01.01.2015

Dal 1° gennaio 2015 si parte con il nuovo Regime dei Minimi, ciò almeno è quanto  previsto dalla Legge di Stabilità 2014, la quale introduce semplificazioni sul fronte contributivo, per imprenditori, artigiani e commercianti.

In estrema sintesi il nuovo regime dei minimi comporta: aliquota forfettaria al 15%, calcolando l'imponibile con sistema di coefficienti, abolizione limiti temporali o di età per la permanenza nel regime con tassazione semplificata e, appunto, agevolazioni contributive, che cessano di avere applicazione dall'anno successivo a quello in cui vengono meno le condizioni per restare nel nuovo Regime dei Minimi.

Per rientrarvi è necessario avere i seguenti requisiti : 

  • ricavi inferiori ai 15mila / 40mila euro , a seconda del codice ATECO ;
  • spese per dipedenti inferiori ai 5mila euro lordi ;
  • investimenti inferiori a 20mila euro.

Tuttavia va precisato che ciò vale solo per i primi tre anni... 


Le agevolazioni sul fronte contributivo non riguardano tutte le Partite IVA ma, solo gli imprenditori, escludendo pertanto i professionisti. 

Quindi in primis sparisce il livello minimo imponibile INPS e quindi  applicare l’aliquota contributiva al reddito effettivamente prodotto. In attesa delle procedure definitive, vi accenniamo che gli imprenditori, per usufruire dell’agevolazione contributiva, dovranno presentare apposita dichiarazione telematica all’INPS entro il 28 febbraio di ciascun anno .

Ora ci si chiede, cosa accadrà agli aderenti all'attuale regime dei minimi??? 

Chi ha già adottato il Regime dei minimi, può continuare ad usufruirne, fino alla naturale scadenza (35 anni o nel termine dei 5 anni). Per permanere nel vecchio regime, non devono sussistere i requisiti previsti per entrare anche nel nuovo Regime dei Minimi, perchè in tal  caso dovranno automaticamente applicare le regole del  nuovo regime forfettario (quindi no dipendenti , investimenti inferiori a 15mila euro, ricavi inferiori a 30mila euro etc...).

Considerato che i nuovi requisiti di accesso al regime forfettario 2015 sono legali a ricavi inferiori a quelli previsti per le specifiche categorie (da 15 a 40mila euro in base ai codici ATECO), spese per dipendenti o collaboratori fino a un massimo di 5mila euro lordi, spese per investimenti fino a 20mila euro. Se si tratta di nuove iniziative imprenditoriali, fino alla fine del triennio si può rientrare nel nuovo regime,  abbattendo di1/3 i ricavi.

Un nostro consiglio....
Considerato che i 2/3 dei contribuenti minimi sono professionisti, informatici, agenti, etc.. E' bene precisare che il nuovo regime va ad incidere negativamente sugli stessi, in quanto i nuovi professionisti che decidono di aderire al nuovo regime dei minimi, si troverebbero a limitare tale incentivo a 3 anni, piuttosto che 5 (o fino al raggiungimento dei 35 anni) , ad incrementare la propria aliquota IRPEF al 15% piuttosto che al 5% , e comunque a non avere dei vantaggi contributivi. Al contrario se si è imprenditori, tale sistema può essere incentivante, in quanto abbatterebbe i costi fissi contributivi.
Quindi se si è professionisti conviene aprire la propria Partita IVA nel 2014 , mentre se si è imprenditori può convenire , a seconda dei casi, farlo nel 2015.

Dott. Pugliese Nicola

Bonus Bebè 2014 in dirittura d'arrivo...

In arrivo il nuovo Bonus Bebè , con fondi più elevati ed accessibile a più utenti....

Il governo Renzi, ha pensato di incentivare il lavoro femminile con un nuvo incentivo. In realtà si tratta del Bonus Bebè già proposto in via sperimentale dalla Riforma Fornero (Legge 92/2012), il quale prevedeva una serie di vincoli troppo stretti perché l’agevolazione potesse realmente essere fruita dalle lavoratrici madri

L’obiettivo del nuovo Governo è innanzitutto quello di innalzare il contributo da 300 euro a 600 euro, ed inoltre di estenderlo anche alle lavoratrici del pubblico impiego semplificando le modalità di accesso all'agevolazione. Il tutto dovrebbe avere inizio nel 2015.

Il bonus imposto inizialmente dalle Legge Fornero prevedeva l'utilizzo di questo fondo in alternativa al congedo parentale ed escludevo dalla sua fruizione le lavoratrici esentate totalmente dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati, le lavoratrici che usufruivano dei benefici di cui al Fondo per le Politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità e le lavoratrici della Pubblica amministrazione. 

Il governo Renzi invece ha voluto utilizzare questo strumento come incoraggiamento delle lavoratrici a non abbandonare il lavoro dopo il parto per accudire i propri figli, ripristinando lo stesso ed estendendolo anche alle dipendenti del pubblico impiego.  

Si attende solo di decreto direttoriale.

Dott. Pugliese Nicola