martedì 23 luglio 2013

Altro che semplificazione... Arriva il DURT....


Come noto a tutte le imprese subappaltatrici, il Decreto Fare ha eliminato la responsabilità fiscale per l'appaltatore, relativo appunto ai versamenti fatti dall'impresa subappaltatrice nei confronti dell'Agenzia delle Entrate.

Tuttavia, ciò non rende la procedura più semplice, anzi... Infatti per le imprese spunta un nuovo obbligo : il Documento Unico di Regolarità Tributaria (DURT), variante fiscale del ben noto DURC. L'emendamento (approvato in commissione alla Camera all'articolo 50 del Dl 69/2013) si riferisce alla responsabilità fiscale negli appalti pubblici e privati.
Il DURT quindi attesta l’inesistenza di debiti tributari per imposte, sanzioni o interessi, scaduti e non estinti dal subappaltatore, alla data di pagamento del corrispettivo o di parti di esso.
  • L’impresa subappaltatrice dovrà presentare il DURT all’Agenzia delle Entrate (mentre ora basta un’autodichiarazione o asseverazione).
  • L’impresa appaltatrice viene esentata dalla responsabilità solidale nell'appalto perché sospende il pagamennto finché non acquisisce il DURT.
Sarà l’Agenzia delle Entrate a dover adottare, entro 4 mesi dall'entrata in vigore di questa legge, le modalità organizzative e attuative per il rilascio del DURT.

Questa procedura ha riscontrato numerose critiche da parte degli imprenditori, in quanto, con questo procedimento si chiede alle imprese di comunicare periodicamente (e non più annualmente) al Agenzia delle Entrate i dati delle trattenute operate in busta paga e nei confronti di professionisti (un 770 non più annuale ma mensile) , col fine di consentire alla stessa Agenzia di accertare la regolarità fiscale delle imprese. Ciò comporta quindi un ulteriore adempimento per le aziende e per l'agenzia che rallenterà ulteriormente i tempi per la riscossione dei pagamenti. Ciò avviene in un momento in cui le imprese chiedono semplificazione burocratica, e mentre in quasi tutti gli Stati europei si stanno tagliando tempi e costi della burocrazia, nel nostro Paese avviene l’esatto contrario.
Ciò, potrebbe essere un colpo di grazia per molte imprese già messe a dura prova da una "crisi" che sembra non terminare.

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