In meno di un'anno dall'emissione del testo di legge che preveda la realizzazione
di albi e casse per i "nuovi professionisti" si sono viste nel nostro
Paese molte proposte...
Nel
2013 infatti sono incrementate, e di non poco le professioni senza albo.
Infatti dopo numerosi anni di discussioni e di polemiche, si è avviato il
processo di riconoscimento e formazione di alcune attività che fino ad oggi
venivano svolte “di fatto” , senza un quadro normativo di riferimento.
Il
punto di partenza è stato visto nella legge n. 4 del 2013 , che consente a
numerose associazioni di professionisti presenti nel territorio, di ottenere
dall’Uni la certificazione delle regole tecniche che devono essere rispettate
dal professionista che volesse chiedere l’accreditamento.

Il
processo di riconoscimento avviene su base volontaria, nascendo dalla richiesta
fatta dall'associazione di categoria o dal singolo professionista, che gli consentirà di ottenere il riconoscimento ufficiale definito dalle regole tecniche Uni.
L'ordinamento
previsto per le "nuove" professioni non può essere paragonato a
quello previsto dagli altri ordini professionali (dottori commercialisti,
avvocati, infermieri, ingegneri, etc...) tuttavia pone delle restrizioni
all'accesso delle stesse, predisponendo l'acquisizione di un percorso di studi o di formazione professionale,
oltre ad una serie di requisiti , che consentano oltre alla razionalizzazione
delle stesse, una miglior distribuzione sul territorio...
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