In base alla
legge attualmente in vigore “a decorrere dal 1° ottobre 2013, l’aliquota
dell’imposta sul valore aggiunto del 21 per cento è rideterminata nella misura
del 22 per cento” (articolo 40, comma 1-ter, decreto legge
6 luglio 2011, n. 98).
Questo
comporterà che ogni famiglia,
in media, pagherà almeno 200 euro
in più all'anno, in quanto è bene ricordare che l’IVA grava sul consumatore
finale.
Il Governo potrebbe,
comunque, approvare anche
successivamente un decreto legge di “blocco”, ciò non
toglie che da domani sia necessario
applicare l’aliquota del 22%.
Cosa accadrà quindi :
- Nei registratori di cassa dei
commercianti dovrà essere modificata l’aliquota Iva ordinaria
ai fini dell’emissione delle fatture fiscali, per le quali l’Iva viene
esposta. Per chi emette invece gli scontrini e le ricevute, invece,
nel registro dei corrispettivi,
dove vanno registrate le operazioni giornaliere, va creata un’apposita colonna, relativa
all'aliquota Iva del 22%.
- Per quanto riguarda invece l’Iva da applicare agli ordini fatti entro domani, con consegna successiva, si
deve considerare la cessione di beni mobili effettuata al momento della consegna
del bene, a prescindere dalla data di stipula del relativo
contratto od ordine (scritto o verbale), quindi, l’aumento dell’aliquota Iva al 22% sarà
valido esclusivamente per le merci consegnate dopo il 30 settembre 2013.
Ovviamente, se prima della consegna verrà emessa la fattura o verrà
pagato in tutto o in parte il corrispettivo, l’operazione si considererà
effettuata, limitatamente all'importo fatturato o pagato,
alla data della fattura o a quella del pagamento. Dunque, si
applicherà l’Iva del 21%, se la fattura o il pagamento
avverranno entro il 30 settembre 2013, indipendentemente dal fatto che
la consegna avverrà il 1
ottobre.
- La nuova aliquota IVA, sulle prestazioni
di servizi, viene applicata quando si considerano effettuate le prestazioni
all'atto del pagamento del corrispettivo; quindi,
l’aumento delle aliquote può essere evitato, se il conto viene saldato entro domani,
indipendentemente dal fatto che la prestazione sia iniziata o terminata
successivamente. Anche in ogni caso, se prima del pagamento viene emessa
la fattura, l’operazione si considera effettuata, limitatamente
all'importo fatturato, alla data della fattura e si applica l’aliquota Iva
in vigore nel momento della fatturazione.
- Per quanto concerne gli acconti pagati
prima della fornitura, se prima dell’aumento viene
pagato un acconto, il fornitore ha l’obbligo di emettere la fattura,
applicando l’aliquota Iva del 21% per l’importo incassato.
Se la consegna della merce e il pagamento del saldo avverrà il 2 ottobre 2013,
la fattura finale dovrà indicare l’Iva del 22% sull'imponibile residuo concordato.
Tra le imprese e i
professionisti è più penalizzato chi non può detrarre l’Iva sugli acquisti perché
effettua operazioni attive esenti, come ad esempio le banche, le assicurazioni
e le strutture sanitarie. Le
aziende che esportano (senza Iva), invece, saranno avvantaggiate rispetto a quelle che vendono ai
privati, visto che questi ultimi non possono detrarre
l’Iva.
Per gli esportatori abituali
l’Iva a credito aumenterà, in quanto faranno più fatica a
detrarre l’aumentata Iva sugli acquisti con la poca Iva a debito (in
quanto le esportazioni sono esenti da IVA). Questa conseguenza negativa
interesserà anche i soggetti IVA che cedono i loro beni con l’aliquota del 4% o
del 10%, come ad esempio i bar e i ristoranti (IVA sulla somministrazione del
10%), i quali hanno molti costi con Iva
al 22% (ad esempio, l’affitto dell’azienda).
Oltre al danno, vi è la beffa, in quanto a breve verrà imposto
un'ulteriore aumento delle accise sui carburanti, facendone crescere il
prezzo di 2 €cent al litro, ed inoltre si prevede per novembre, ulteriori
versamenti per le Società , che dovranno versare un acconto sui redditi pari al
103% di quanto pagato per il 2012, e ai fini Irap, in quanto l'importo è stato
aumento di 1 punto percentuale.
Unica nota positiva... Sempre da ottobre, le bollette del gas e
dell’energia elettrica saranno meno care. Ciò in quanto l’Autorità garante del
prezzo sull'energia ha deciso di ridurre del 3% i prezzi di tutela del gas
naturale e dello 0,8% quelli dell’energia elettrica, a partire dal prossimo
trimestre.
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