Start up e successo sono due parole che è difficile far combinare tra di loro. Milioni di netizen vivono col sogno di creare un'impresa propria, magari basata su un'idea che, giustamente, ritengono essere rivoluzionaria e originale.
La realtà dei fatti è che in questo, come in moltissimi campi della vita, uno su mille (anzi, milioni) ce la fa e gli altri 999 passano la loro vita seduti al banco di un Roxy Bar virtuale a rimpiangere l'occasione persa o a maledire gli investitori miopi che non hanno capito la grandezza visionaria del loro irreplicabile progetto.
La lista di quelli che ce l'hanno fatta è lunga: Amazon, Twitter, Facebook, i soliti noti insomma, tutti accomunati non solo dall'avere alla base un'idea vincente ma anche dall'essere stati capaci di venderla bene. L'elenco delle carcasse aziendali che giacciono in un ipotetico cimitero 2.0 è sterminato.
Chi potrebbe essere il Mark Zuckemberg del futuro?
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