La TARES (Tariffa Rifiuti e Servizi) è un nuovo tributo
introdotto dal governo con il decreto legge n. 201 del 2011 (meglio noto come
Decreto “Salva Italia”).
La TARES è entrata in vigore il primo gennaio 2013, anche se
la prima rata è stata posticipata e non ancora pagata: consiste in un’imposta
che si basa sulla superficie degli immobili. Grazie alla sua riscossione, i
comuni dovranno coprire per intero i costi del servizio della raccolta e dello
smaltimento dei rifiuti. Fino all'anno scorso, il prelievo sulla tassa dei
rifiuti (meglio nota come T.A.R.S.U) copriva, il 70-80 per cento dei
costi, compensati dai trasferimenti statali. Con la TARES, invece, i comuni
dovranno anche pagare i costi di altri servizi, come le spese per
l’illuminazione pubblica, per la polizia municipale, per il personale degli
uffici amministrativi etc...
La copertura di questa gamma più ampia di servizi ha
determinato quindi l’aumento di almeno 30 centesimi al metro quadro (che i
comuni possono alzare fino a 40) rispetto alle imposte precedenti. L’imposta comporterà
un aumento, pari a circa il 60 per cento, per molte categorie di commercianti, ed
in particolar modo per i distributori di benzina (170 per cento in più), per i
proprietari di bar (370 per cento in più) e per i ristoratori (550 per cento in
più).
L’acconto
della TARES si pagherà con
il sistema MAV (un
sistema di pagamento tramite bollettino), che sarà inviato a casa, con il
quale pagare negli sportelli postali o delle banche. Mentre il conguaglio
finale che dovrà essere pagato o con un bollettino postale apposito o con il
modello F24, da versare
direttamente nelle casse statali, e sul quale si applicherà il summenzionato
aumento di 30/40 centesimi.
Mentre per quest’anno le modalità
di pagamento restano a discrezione dei comuni, dal 2014 la nuova Tares
si pagherà in 4 rate, distribuite nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre.
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